INQUINAMENTO ELETTROMAGNETICO

Lo sviluppo dei sistemi di telecomunicazione e delle reti di trasmissione elettrica, a causa della sempre crescente urbanizzazione del territorio, ha portato a un determinante interesse verso l’impatto che l’inquinamento elettromagnetico può avere su cose e persone.

Al naturale campo elettromagnetico terrestre si sovrappongono, infatti oggi, effetti fisici dovuti all’interferenza impiantistica di elettrodotti, impianti radiotelevisivi e di telefonia mobile, principali cause dell’inquinamento riscontrabile all’interno dei nostri tessuti urbani.

Parliamo di inquinamento elettromagnetico con particolare riferimento alle conseguenze che lo stesso può comportare sull’ambiente e sulla salute dell’uomo.

L’esposizione a tali campi, e quindi ad onde elettromagnetiche, può infatti determinare effetti biologici che stanno al di fuori dell’intervallo in cui un organismo può normalmente compensarli, arrecando quindi danno alla salute. Effetti prevalenti dell’esposizione a tale inquinamento sono il riscaldamento dei tessuti e l’induzione di correnti elettriche sul corpo umano.

Ad oggi i livelli di attenzione da valutare in fase di progettazione sono dettati dalla Legge quadro n. 36 del 22 febbraio 2001, “Legge quadro sulla protezione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici”, e dal D.P.C.M. dell’ 8 luglio 2003, che fissa i limiti di esposizione, i valori di attenzione e gli obiettivi di qualità per la protezione della popolazione dalle esposizioni a tali campi.

In caso di terreni attraversati da elettrodotti – termine con il quale si intende “l’insieme delle linee elettriche, delle sottostazioni e delle cabine di trasformazione” (Legge Quadro n. 36/2001) – o sui quali insistono impianti radio-televisivi o Stazioni Radio Base (impianti fissi per telefonia mobile), il progettista deve valutare le eventuali fasce di rispetto da mantenere per preservare la salute degli utenti, a seconda della destinazione d’uso dei fabbricati edificandi.

Un elettrodotto infatti genera un’intensità di campo elettromagnetico proporzionata alla tensione di esercizio e quindi alla capacità dello stesso; l’intensità del campo magnetico dipende dalla corrente che circola nei conduttori e di conseguenza aumenta al crescere della corrente trasportata; quest’ultima può variare nell’arco della giornata a seconda della richiesta di energia elettrica da parte degli utenti (l’intensità dei campi magnetici generati dalle linee elettriche per esempio raggiunge valori minimi nelle ore notturne).

È altresì vero che il decadimento dell’intensità di campo è proporzionato all’aumentare della distanza dall’asse dell’elettrodotto, e sempre influenzato dal numero di conduttori e dalla loro disposizione.

Il D.P.C.M. 8 luglio 2003 individua i seguenti importanti valori di rispetto:

 

  • limite di esposizione per induzione magnetica (Art. 3 – valore d’immissione che non deve essere superato in alcuna condizione

di esposizione della popolazione e dei lavoratori) = 100 μT;

  • valore di attenzione (Art. 3 – valore cautelativo per aree di gioco per l’infanzia, ambienti abitativi, ambienti scolastici e luoghi adibiti a permanenze non inferiori a 4 ore giornaliere) = 10 μT (da intendersi come mediana dei valori nell’arco delle 24 ore nelle normali condizioni di esercizio);
  • obiettivo di qualità (Art. 4), nella progettazione di nuovi insediamenti e di nuove aree adibite a permanenze non inferiori a 4 ore giornaliere in prossimità di linee di trasporto ed installazioni elettriche (cabine di trasformazione, ecc.) già presenti nel territorio = 3 μT (da intendersi come mediana dei valori nell’arco delle 24 ore nelle normali condizioni di esercizio).

Per meglio comprendere quale sia l’iter di progetto preliminare da seguire nel caso di terreni attraversati dagli impianti succitati si può portare ad esempio un caso pratico:

 

si valuti il progetto di un fabbricato ad uso residenziale (in tal caso ci si riferisce all’Art. 4 del D.P.C.M. 8 luglio 2003, obbiettivi di qualità) di due piani fuori terra, su un terreno attraversato da un elettrodotto con le seguenti caratteristiche:

 

  • traliccio semplice,
  • altezza cavi traliccio da quota campagna: +25.37 m # +26 m # +25.37 m,
  • tensione 380 KV per un diametro del cavo di 31.5 mm.

 

obbiettivo di qualità 3 μT
Altezza di valutazione dal piano campagna (m) Distanza consentita dall’asse dell’elettrodotto
5 36m – 2.96 μT
4 36m – 2.86 μT
3 34m – 2.93 μT
2 33m – 2.97 μT
1 32m – 2.99 μT

Il progettista, nell’affrontare la problematica, dovrà porre attenzione al punto di esposizione del suo fabbricato più vicino all’elettrodotto, verosimilmente posizionato all’ultimo piano abitabile dell’edificio, e su di esso effettuare le valutazioni preventive più restrittive.

Il professionista quindi, per esposizioni di persone situate al piano primo, dovrà in questo caso valutare una distanza di rispetto di circa 36 m dall’asse dell’elettrodotto.